“Italia e Germania potrebbero rimanere separate per sempre, ma è e sarà sempre mio compito tentare di fonderle almeno nelle mie tele” perché il loro matrimonio è “un’idea che si rinnova costantemente”; una forza rigeneratrice che ha sostenuto nei secoli lo sviluppo dell’arte e della cultura.
Sulamith e Maria, nel dipinto di Pforr, occupano i due riquadri, nettamente separati, di quello che appare come un dittico;
nell’opera che ha finito per dipingere Overbeck, le due figure (una, la
bruna Sulamith, simbolo dell’Italia; l’altra, la bionda Maria, della
Germania) sono sedute una di fianco all’altra. Pare che Germania, tenendo tra le proprie una mano d’Italia, le stia sussurrando un segreto; forse rivelandole tutta la ricchezza della sua eredità, forse facendole una promessa d’amore o, forse, per dirla con le parole dell’artista, “Germania sta corteggiando l’Italia, mentre questa, gentile, le consente di farlo”.
E’ la rappresentazione dell’eterna attrazione della cultura tedesca verso l’Italia; paese dalla clima dolce e dalla natura rigogliosa, custode delle grandezze del passato e culla della poesia. Terra dell’arte anche nel senso più pratico e concreto del termine; già per Duerer, (grande
amore di Overbeck e, soprattutto, di Pforr) che vi compì due viaggi,
diventando amico del vecchio Giovanni Bellini e del giovane Raffaello,
terra che degli artisti riconosce il ruolo e rispetta il mestiere. La
stessa eterna attrazione che, un quarto di secolo prima che Overbeck
iniziasse il suo dipinto, aveva ispirato Goethe a scendere in Italia per
vedere con i propri occhi “tutto quanto si considera bello, grandioso e
venerabile”.
Tutto nel quadro di Overbeck ispira serenità, a cominciare dai dolci volti di Sulamith (tributo a Raffaello, come pure alla terrena bellezza delle donne italiane, con quel naso leggermente adunco), incoronata dall’alloro dei poeti, e
della bionda Maria, dai capelli adornati di mirto come quelli delle
spose promesse. Serenità che è anche nel paesaggio che fa da sfondo alla
scena, unione di una visione ideale dell’Italia, alle spalle di
Sulamith, e di una fantasia gotica, dietro a Maria. Italia e Germania
che le Alpi, correndo con le loro cime da un estremo all’altro del
quadro, non separano, ma ricuciono visivamente (e la cosa da uomo che ha
sui due versanti di quelle montagne le proprie radici mi emoziona).
Una serenità nella composizione, che è anche
della tavolozza, controllatissima, e del meticoloso trattamento della
superficie pittorica; una pace che non è turbata da alcun squillo di colore; pennellate che si fanno invisibili per non disturbare un’armonia che il pittore vuole perfetta.
Italia e Germania racchiude tutti i tratti che
furono dell’arte dei Nazareni; il movimento, primo della storia
dell’arte nel senso moderno del termine, di cui Overbeck e Pforr furono
iniziatori e protagonisti. Un gruppo di pittori che, reagendo al
neoclassicismo imposto dagli occupanti francesi, si riunì dapprima a
Vienna, dandosi il nome di Confraternita di San Luca, e si trasferì poi
in Italia, nei pressi di Roma, per proseguire la propria ricerca di un’arte sui valori e gli ideali che furono di quella rinascimentale.
Un’ amore per il primo Rinascimento che è una
declinazione del più generale amore per il passato che coinvolge la
cultura europea di quel periodo; un ritorno ad un’epoca in cui l’Europa
era unita dalla fede, prima che lo fosse dalle baionette delle armate
napoleoniche e dall’illuminismo.
Un ritorno alla religione, anzi al
cattolicesimo (Overbeck, che pure era figlio di un pastore protestante,
si convertì nel 1813) espresso da Nazareni anche con l’abbigliamento e
l’aspetto ( è per il loro vestirsi con sai, per i loro capelli lunghi e
le loro barbe che si meritano il soprannome) oltre che con le tematiche
delle loro opere.
Anche in Italia und Germania l’elemento
religioso è presente; imprescindibile se si vuol comprendere a pieno
l’opera. Sulamith è la protagonista del Cantico dei Cantici;
l’amore separato da Salomone cui questi anela; per i teologi la
prefigurazione di Maria, madre ma anche sposa di Cristo.
Una figura dell’Antico Testamento che precede quella del Nuovo che è
di questa compimento; Italia che apre la via e Germania che su questa
via la segue, quindi le dà la mano per proseguire assieme il cammino.Ti piace l'arte?
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