lunedì 16 marzo 2015

UNA DUE CAVALLI ROSSA


Di Schuler, Sulla Provinciale, 2002. Acrilico su tela di 50 x 40 cm.


Mi chiamo Fraccamanzi. Fraccamanzi Benito. No, niente politica: solo che anche mio nonno si chiamava così. Benito. E anche Fraccamanzi. Eh? Sì, un nome di famiglia. Come certe malattie. Proprio. Mio figlio, però, l’ho chiamato Gregory. E mia figlia Chantal.  Chantal piaceva a me; Gregory è stata mia moglie. 

Diceva che c’era non so che personaggio di non so che telefilm. Robe che vede lei. Però, poi, ho scoperto che ha uno zio che si chiama Gregorio. Indifferente. Ah, sì, l’incidente. Una tragedia, guardi; proprio una tragedia. Lo vede quello? Sì, è il mio camion. Mio si fa per dire, che devo ancora lavorare due anni per finire di pagarlo. Sempre che ci sia il lavoro. Eh, sono tempi duri. Anzi, proprio di merda. Scusi, ma  … ma è così. Qui cala tutto. Anche i soldi che ti danno. Siamo in tanti; con ‘sta crisi di roba da portare in giro ce n’è sempre meno … . Aumenta solo il gasolio. Un bel bestione? Grazie. A pieno carico sono quaranta tonnellate. Si, le fiamme le ho fatte dipingere adesso. Un mio amico, sta cominciando. Bravo, eh? Sì, è successo di mattina presto. Io ero appena partito; stavo andando a prendere l’autostrada. Lei mi hanno detto poi che insegnava. Mi sa che stava andando a scuola. Eh, il destino. No, dico, perché insegnava matematica e a me in matematica mi hanno rimandato tre volte. La terza ho piantato lì. Facevo ragioneria. Ero lì che andavo bello tranquillo, rispettando i limiti e tutto. Mica per dire, ma di sti tempi sono tutti scatenati. Pula e caramba, come sempre. Ma adesso anche i vigili. Sì, sono in giro anche loro a far multe a raffica. Solo per tirar su soldi, che i comuni sono in bolletta. Insomma, c’è sto rettilineo, da Magrate a Tozzano. Ha presente? E successo lì. Nebbia? Poca, quasi niente. No, ci si vedeva benissimo. Solo che lei dormiva o va a sapere cosa.   Qualcuno ha detto che forse si era sentita male.  Fatto sta che non si è fermata allo stop. Sì, neanche rallentato. Mi sono trovato sta Due Cavalli rossa e non ho potuto farci niente. I freni? Neanche avuto il tempo di toccarli. Eh, andavo piano, ma … . Certo, ero carico. Rotoli di lamiera; per fortuna che li avevano ancorati bene e non si sono mossi, se no  … . Eh, potevamo anche essere mica qui a parlare, io e lei. Praticamente ci sono passato sopra. Alla Due Cavalli, dico. Appena sono sceso, ho capito subito che non c’era niente da fare. Avevo il radiatore sventrato. E la calandra, ovvio. Non potevo mica continuare. Beh, per i danni c’è l’assicurazione. A proposito: ma lo sa quanto costa il radiatore di uno Stralis? Ecco: allora meglio che non glie lo dico. Sì, però, le giornate perse non me le paga nessuno, a me. E ho anche rischiato di perdere il cliente. A quelli lì, glie ne frega niente di sapere cosa è successo: vogliono che gli consegni la roba e basta.  E in tempo. La tipa? Morta sul colpo di sicuro, anche se ci han messo due ore a tirarla fuori dalla lamiere. No, sono mica stato lì a guardare, che a me il sangue mi impressiona, ma mi han detto che era tutta schiacciata. Spiattellata, proprio.  Per il resto, so niente; solo che era del ’54.  E’ che a me i dettagli personali mica mi interessano. Faccio già fatica a farmi i caz…   gli affari miei, volevo dire. Se mi dispiace? Ma lo sa  in che razza di casino sono finito? Certo che mi dispiace. Ah, se mi dispiace per lei? Beh ... sì … anche. E anche per la due Due Cavalli. Ormai già ce ne sono in giro tanto poche. E anche se non so neanche bene perché,  a me hanno sempre fatto simpatia. Tenerezza, proprio. Dico, le Due Cavalli. 

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