giovedì 15 gennaio 2015

L'UNIVERSO IN UNA PAROLA



Per spiegare cosa intendiamo con una parola dobbiamo usarne altre che pure richiedono d'essere spiegate usandone altre ancora. Queste a loro volta ... .

Capito questo, affacciatici su questo abisso ermeneutico, ci troviamo davanti ad una struttura meravigliosa e ad un'eterna questione. Ogni parola ci apparirà collegata a tutte le altre, in una relazione già intuita dai cabalisti.
Contiene dunque l'intero universo? Sì, decisamente sì.  E' vero che i nomi non esauriscono il nominabile, e che questo si espande al ritmo delle nostre scoperte, ma è pure vero che possiamo sempre inventare nuovi nomi, il cui significato possiamo spiegare usando quelli che già conosciamo. La realtà ci apparirà così come un testo da interpretare e vivere non sarà altro che ampliare il proprio dizionario. Un concetto rivoluzionario? No, lo aveva già capito l'estensore della Genesi.
Non ci sono quindi limiti a quel che possiamo dire? Ancora una volta, no. Partendo dal poco che sappiamo, possiamo arrivare nominare l’intero creato; il teorema di Goedel non si applica ai linguaggi naturali.

E l'innominabile? Beh, quello non è creato; per chi ci crede, è il Creatore.


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