giovedì 22 gennaio 2015

LE VOCAZIONI E MONSIEUR GIRARD

Caravaggio, Vocazione di San Matteo


Non acquistiamo un prodotto perché davvero ci piace, ma perché vorremmo essere come quelli che già lo possiedono. Questo è un corollario, ampiamente sfruttato dalla pubblicità, della più generale teoria sul carattere mimetico del desiderio sviluppata da René Girard. 


Penso che si possa dire lo stesso della maggior parte delle vocazioni; che molti scelgano di dedicarsi alla medicina o alla giurisprudenza non perché attratti da queste attività, ma perché desiderosi di imitare lo stile di vita di medici o avvocati. Credo anche, però, che esistano vocazioni vere, pure. Che, anzi, ve ne sia una dentro ognuno di noi. Una chiamata a fare qualcosa, una naturale elezione ad essere qualcuno, che magari non è ancora arrivata o a cui non abbiamo avuto il coraggio di rispondere. Siamo, nel nostro intimo, dei poeti, dei cantanti o dei pittori? Più probabilmente, anche se non lo abbiamo mai ammesso neppure a noi stessi, per vocazione avremmo dovuto essere dei contadini, dei pescatori, dei meccanici o dei muratori. Lavori di poco prestigio? Forse, nella nostra società, ma non certo o non sempre poco pagati. Lavori umili? Non c'è proprio nulla di umile nel fare quel che si sente essere il proprio mestiere. Non c'è nulla di più nobile, anzi, che scegliere d'essere quel che si é.

Nessun commento:

Posta un commento