martedì 2 dicembre 2014

PER CHI SUONA LA CAMPANA





No, non sto parlando del romanzo pure tanto amo. Vi sono testi, veri e propri antidoti alla barbarie, che andrebbero letti, meditati, e soprattutto fatti leggere ai giovani; fatti studiare nelle scuole (certo con grave danno al compimento del sacro e gentiliano programma ministeriale) anche se il loro autore non scriveva nella nostra lingua. Tra questi, un posto d'onore andrebbe riservato alla poesia da cui Hemingway prese quel titolo; la XVII Meditazione delle Devozioni di John Donne. 
Quasi tutti ne conoscono anche il primo verso, magari senza sapere da dove provenga: Nessun uomo è un'isola. Ognuno è parte di un continente chiamato umanità, argomenta poi questo contemporaneo di Shakesperare; un continente che diventa più piccolo ogni volta che il mare ne erode una zolla, non importa quanto minuscola. Quando qualcuno muore, se ne va con lui un pezzo di umanità. Quando suona, proprio per questo, la campana suona anche per noi. Suona per noi anche quando quel pezzo di umanità affoga nell'affondamento del barcone con cui cercava di raggiungere le nostre coste. Suona per noi 30.000 volte al giorno (sì, trenta mila ogni giorno) quando, lontano dai nostri occhi, discretamente per non turbare le nostre coscienze, la fame si porta via un bambino.

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