martedì 16 dicembre 2014

INFINITI SUBLIMI: BORGES, WEBERN E BACH.



Borges, per tornare ad occuparmi di uno dei pochi scrittori del secolo ormai passato (e che resterà comunque il mio) che ritengo meriti d’essere considerato canonico, riesce, grazie ad una scrittura straordinariamente precisa ed elegante, nel più bello spagnolo che io conosca, a costruire interi universi. 

Apre le porte dell’infinito, in narrazioni talvolta di poche pagine, intrise della sua straordinaria erudizione, in cui mescola idee filosofiche e metafisiche a geniali modulazioni del rapporto tra realtà e sogno; tra rappresentazione e invenzione. Come per Bach (pensavo proprio a quest’ultimo quando ho scritto modulazioni) la sua arte è un gioco di trasposizioni e riflessioni portato, senza sforzo apparente, fino al suo più estremo limite. Qualcuno ha detto che nelle opere di Webern, per tornare al secolo scorso, la musica occidentale arriva al sublime dialogando con se stessa. Lo stesso si può dire della letteratura, in quei racconti di Borges che hanno per protagonisti biblioteche infinite, libri fantastici ed autori immaginari. Borgesiana non è solo l’intima mescolanza di realtà e finzione; è la letteratura che, in un’estensione del cogito cartesiano, si occupa dell’unica cosa che può davvero arrivare a conoscere. Che arriva, proprio per questo, a dimostrare la propria esistenza.

Sotto, trovate i collegamenti a due video di Youtube.


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